francesco arca

Domani ore 18 nella Sala delle Lupe Francesco Arca presenta il suo libro, ed è molto emozionato

Atteso il pubblico delle grandi occasioni, domani alle 18, nella Sala delle Lupe, per la presentazione del libro di Francesco Arca “Basta che torni”. Attore televisivo di successo, interprete teatrale molto apprezzato, Francesco si cimenta nella scrittura di un libro ed anche qui fa centro. Ma in un’altra cosa eccelle il bellissimo Arca: nel restare il ragazzo semplice di Siena e della Civetta che è sempre stato.

E così è anche un po’ emozionato di presentarsi domani in questa sua nuova ed inusuale veste davanti alle tante persone che gli vogliono bene.

Francesco, “Basta che torni”, perché affidare ad un libro la richiesta di verità?

Più che una richiesta di verità, questo libro l’ho scritto per me, quasi come se fosse un gesto egoistico. Non ho scritto questo libro per affidare al libro la richiesta di verità, non voglio assolutamente parlare delle indagini, proprio per questo motivo nel libro non faccio nomi, è ovvio che sapere cos’è successo mi farebbe molto piacere, ma il libro è nato per altri motivi.

Che rapporto avevi con tuo padre?

Mio padre era un ufficiale dell’esercito e quando partiva stava via molti mesi, nonostante questo per me c’è sempre stato e l’ho sempre sentito molto presente. Quando era a casa cercavamo sempre di passare la maggior parte del tempo insieme, soprattutto d’estate, quando andavamo in Sardegna che è sempre stato il luogo della mia infanzia. Ho ricordi bellissimi di mio padre, che porterò per sempre con me.

Un attore che si trasforma in scrittore: è stato difficile?

Non mi definirei uno scrittore, come dicevo prima questo libro è nato perchè , durante la pandemia, momento in cui abbiamo avuto molto tempo per pensare, ho realizzato che non ricordavo più la voce e il profumo di mio padre e la mia psicologa mi ha consigliato di buttare giù dei pensieri, col tempo poi è nato questo libro ma all’inizio era quasi un vero e proprio blocco degli appunti, mi ha fatto molto bene.

Quanto è difficile diventare attore partendo da una città particolare come Siena?

Sicuramente non è facile perché Siena è una città piccola, molto tranquilla, da piccolo avevo un sacco di idee su quello che avrei voluto essere in futuro, per un pò avrei voluto fare il paracadutista, come mio padre. È sicuramente difficile provare a fare l’attore in una città come Siena infatti quando ho deciso di provare ad intraprendere la carriera di attore sono partito per andare a studiare recitazione a Roma.

Dagli esordi ad oggi una crescita professionale incredibile: quanto studio c’è dietro?

Dietro la mia crescita professionale c’è tanto studio, c’è anche tanto sacrificio e dedizione. Quando capisci che direzione vuoi che prenda la tua vita provi a dare il meglio di te stesso e, ad oggi, sono soddisfatto di dove sono arrivato e della strada che ho percorso.Chiaramente, non mi sento ancora “arrivato”, quindi è tutti i giorni uno studio continuo per migliorare costantemente.

A differenza di altri personaggi hai sempre dimostrato grande orgoglio di essere senese, menzionando spesso la tua città anche nelle battute di attore. Quanto è forte questo legame?

Siena è il mio nido e sono orgoglioso di essere senese. Quello che ho con Siena è un legame fortissimo perché le mie radici sono qui, mia mamma è qui e ogni volta che posso torno a casa, soprattutto quando ho dei momenti in cui non lavoro, parto subito, se riesco porto anche i miei bambini e la mia compagna, ma ci sono delle volte in cui sento proprio il bisogno di staccare la mente e stare a casa, nella calma e immerso nella natura.

Sei legatissimo alla tua famiglia: cosa è per te famiglia?

La famiglia, è scontato dirlo, ma per me è tutto. Siamo una famiglia molto unita. Da quando sono diventato papà poi ho provato una sensazione di amore che non pensavo di provare mai nella vita. Quando sono via per tanti mesi, su un set magari, e sono lontano dalla mia famiglia, sento proprio un peso sullo stomaco, appena vedo i miei bambini passa tutto.

Tornando al libro, tu e la tua famiglia avete espresso dubbi sulla morte di tuo padre fin da subito: cosa potrebbe essere successo?

Come le dicevo prima, non ho scritto questo libro per cercare giustizia, non è questo il ruolo che mi spetta. Non ho idea di cosa possa essere successo, onestamente. Ora come ora mi sto concentrando sull’immenso affetto che ho ricevuto grazie a questo libro e che quindi ha ricevuto anche “Basta che torni”.

Cerchi verità umana o processuale?

Sono arrivato a un punto della mia vita in cui vorrei semplicemente conoscere la verità, qualunque essa sia.

Questo libro sarà un atto unico o un sequel?

“Basta che torni” è un libro nato in maniera molto spontanea, nasce da una mia esigenza personale. Le direi che è un atto unico semplicemente perché è una parte della mia storia, della mia vita ed è giusto, per ora, concluderla così. Ma mai dire mai.

Susanna Guarino
Lascio agli altri la convinzione di essere i migliori, per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare

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